Rinnoviamo il parco auto circolante
Sono oltre 38 milioni le auto in Italia. 12.000.000 di auto rispondono alle direttive di emissione ante Euro 4, quindi con più di 14 anni di età.
Tra rischio sicurezza, ecotassa, ecobonus e incentivi per la rottamazione, ecco un’analisi sull’anzianità del parco circolante.
L’età media del parco circolante italiano continua a crescere: 14 anni e 4 mesi per le auto a benzina, 9 anni e 8 mesi per le auto diesel. Il 56% delle auto in circolazione ha più di dieci anni. L’anzianità del parco circolante è un tema caldo, negli ultimi anni sempre sotto i riflettori, in virtù delle notevoli implicazioni che tale parametro ha sulla sicurezza stradale e sull’ambiente.
L’ANALISI DEL PARCO CIRCOLANTE ITALIANO PER CLASSE
In rapporto alla popolazione residente, il numero di auto che si muovono lungo lo stivale è uno dei più alti in Europa: 721 vetture ogni 1.000 abitanti. Davanti ci sono solo Cipro (con 739 auto) e Lussemburgo (750 auto).
Per quanto riguarda le classi ambientali, secondo gli ultimi dati a disposizione dell’Unrae, le auto Euro 0 sono il 3,9% del totale (1.479.000); 2.014.000 le auto Euro 1 (5,3%); 3.373.000 le auto Euro 2 (8,8%); 5.096.000 le auto Euro 3 (13,3%); 10.790.000 le auto Euro 4 (28,3%); 7.118.000 le auto Euro 5 (18,6%) e 8.320.000 le auto Euro 6 (21,8%), incluse le auto elettriche. Evidente, quindi, la necessità di svecchiare il parco auto circolante, incentivando la sostituzione delle auto più vecchie e inquinanti.
GLI INCENTIVI DEGLI ALTRI STATI EUROPEI
La Germania offre un incentivo diretto all’acquisto di autovetture elettriche e ibride plug-in: 4.000 euro per le auto a zero emissioni e 3.000 per le auto ibride ricaricabili. Vale per l’acquisto di macchine con un prezzo di listino fino a 60.000 euro. Le auto elettriche, inoltre, non pagano la tassa di circolazione per 10 anni.
La Spagna offre un incentivo diretto all’acquisto di autovetture elettriche e ibride plug-in. Il contributo è destinato ad autovetture con un prezzo inferiore a 32.000: varia da 1.300 euro (per modelli con autonomia tra 12 e 32 km) a 5.500 euro (per autovetture con autonomia superiore a 71 km). È prevista, inoltre, l’esenzione della tassa d’acquisto sia per BEV (Battery Electric Vehicle) sia per PHEV (ibridi plug-in) e una riduzione del 75% della tassa di circolazione per i BEV nelle principali città del Paese.
In Francia, è presente un incentivo fino a 6.000 euro per l’acquisto di autovetture che emettono meno di 20 grammi di CO2/km (BEV). Previsto un ulteriore incentivo (fino a 5.000 euro per un veicolo elettrico o ibrido plug-in, sia nuovo sia usato) nel caso in cui l’acquisto sia effettuato in sostituzione di un’auto diesel immatricolata prima del 2001 o di un’autovettura a benzina immatricolata prima del 1997. In vigore un disincentivo, cosiddetto “malus”, all’acquisto di auto diesel e benzina, parametrizzato sulle emissioni di CO2 , fondato sul principio del “polluter pays”, ovvero chi inquina paga.
LIMITAZIONI DEL TRAFFICO
Nel frattempo, le limitazioni alla circolazione delle auto nei centri città continuano a mietere consensi, allargando le aree di interdizione alle categorie di veicoli più inquinanti.
A Roma, dal primo novembre, scatta il divieto permanente di transito nell’anello ferroviario per le auto diesel Euro 3, che dal lunedì al venerdì non potranno accedere alle zone semi-centrali e centrali.
A Milano, invece, da poco il blocco del traffico interessa anche le auto Euro 4, escluse dall’Area B, sempre nei giorni feriali.
RISCHIO SICUREZZA
L’anzianità del parco circolante genera un problema di qualità. In ballo c’è anche la sicurezza, oltre all’inquinamento. Il rischio di morire in un incidente a bordo di un veicolo di 10 anni è più che doppio rispetto a un’auto di nuova immatricolazione. Inoltre, un’auto Euro 1 a benzina emette valori di monossido di carbonio superiori del 200% rispetto a un’auto Euro 6, mentre un’auto diesel Euro 1 fa registrare un quantitativo di polveri sottili 30 volte più alto di una Euro 6.
Le auto vecchie sono quindi un problema economico, sociale ed ambientale, che va affrontato con misure strutturali. L’obiettivo è la sostituzione dei veicoli più anziani.
IL CONFRONTO CON L’EUROPA
In Europa, il Paese con il parco auto circolante più giovane è il Lussemburgo (6,4 anni l’età media). Al secondo posto il Belgio (7,9 anni), seguito dalla Danimarca (8,3). Sotto i 10 anni di età media anche il parco auto circolante di Irlanda (8,5), Regno Unito (8,8), Austria (9), Francia (9,3), Germania (9,4) e Svezia (9,8). L’Olanda ha un parco circolante con 10 anni di età media. A seguire, la Finlandia (11,2). Con i suoi 11,3 anni di età media del parco circolante, l’Italia fa meglio di Spagna (12,1), Portogallo (12,9), Grecia (14,6) e Pesi dell’Est. La media europea è 11,1.
BONUS ROTTAMAZIONE
Per favorire lo svecchiamento del parco circolante, arriva un fondo da 255 milioni di euro, destinato al “Programma sperimentale buono mobilità”. Si rivolge ai cittadini, residenti nei Comuni interessati dalle procedure di infrazione comunitaria per smog, che rottamano, entro il 31 dicembre 2021, auto omologate fino alla classe Euro 3 o motocicli fino alla classe Euro 2 ed Euro 3 a due tempi. La misura rientra nel Decreto Clima, approvato dal Consiglio dei Ministri. Nello specifico, i cittadini potranno ottenere un “buono mobilità” (che non costituisce reddito imponibile) da 1.500 euro (per le auto rottamate) o 500 euro (nel caso dei motocicli), da utilizzare entro tre anni per l’acquisto di abbonamenti al trasporto pubblico locale e regionale e altri servizi integrativi, ma anche biciclette (incluse quelle a pedalata assistita). Il bonus rottamazione, quindi, non diventa uno sconto per l’acquisto di una nuova auto, a differenza dell’ecobonus, ma dà diritto ad altre agevolazioni.
ECOTASSA
Non solo le notevoli somme ancora inutilizzate per gli incentivi: i dati delle vendite supportano la scarsa efficacia del provvedimento bonus-malus. Dall’analisi sulle immatricolazioni per fascia di CO2, elaborata dal Centro Studi e Statistiche dell’Unrae, emerge che, nel periodo marzo-settembre 2019, c’è stato un incremento delle vendite delle auto fino a 70 g/km (che rappresentano lo 0,9% delle vendite, rispetto allo 0,5% dello stesso periodo 2018), comprese, però, quelle che non beneficiano dell’ecobonus per limiti di prezzo e data di acquisto: +122,4% per la fascia fino a 20 g/km di CO2 (+376% per i soli privati) e +12% per quella da 21 a 70 g/km.
Prosegue, inoltre, il trend positivo per le vetture penalizzate dall’ecotassa (nel complesso il 3,4% del mercato, rispetto al 2,4% di un anno fa): +73% per la fascia da 161 a 175 g/km, +9,4% per quella da 176 a 200 g/km, +51,2% da 201 a 250 g/km e +7,2% oltre i 250 g/km.
TECNOLOGIA E SVALUTAZIONE AUTO
Le auto vecchie sono meno sofisticate dal punto di vista tecnologico. Per questo, magari, i più anziani tendono a non cambiarle, credendo sia più facile gestirle e guidarle. In effetti, le auto moderne sono sempre più hi-tech: non solo i modelli costosi, ma anche le utilitarie alla portata di tutti. C’è, poi, il nodo legato alla svalutazione auto: in base alla marca e al modello, ogni auto perde progressivamente valore, fin dal momento in cui esce dalla concessionaria. L’idea di capitalizzare al massimo l’investimento spinge gli automobilisti a tenere a lungo la propria auto (almeno 10 anni). In questo caso, la soluzione del noleggio a lungo termine elimina i pensieri legati alla svalutazione dell’auto.
VECCHIE AUTO DA CAMBIARE
In Italia, a fine 2018, circolavano ancora 13,7 milioni di auto (e cioè il 35,3% sul totale del parco circolante) di categoria inferiore o uguale a Euro 3. Oggi sono quasi 12 milioni. Si tratta di auto immatricolate prima del 2006 (con più di 13 anni alle spalle) e quindi non dotate dei più recenti dispositivi di abbattimento delle emissioni inquinanti e nocive. Il dato (secondo uno studio, su fonti Aci, dell’Osservatorio Autopromotec) mette in evidenza l’emergenza dell’inquinamento che, come accade ogni anno con l’arrivo della brutta stagione, sale alla ribalta delle cronache nazionali, con i provvedimenti di limitazione della circolazione nei principali centri ed aree urbane dell’Italia. Poiché esiste un’importante quota di automobilisti che non può cambiare il veicolo, non per scelta ma per necessità economiche, resta essenziale agli effetti dell’inquinamento lo stato di manutenzione dell’auto. Un’inefficace manutenzione, infatti, oltre a procurare problemi di sicurezza agli occupanti del veicolo e agli altri utenti della strada, determina un aumento dei consumi e anche delle emissioni inquinanti. Oltre ad accelerare la sostituzione del parco circolante invecchiato, è dunque fondamentale mantenere in buone condizioni di efficienza le auto circolanti ed in particolare le macchine più anziane.